di Costanza Demaestri
A feminist is any woman who tells the truth about her life.
Il 25 gennaio del 1882 a Londra nasceva Virginia Woolf, scrittrice, femminista e attivista inglese.

Fin dall’infanzia vive in un ambiente colto e crescendo si dedica alle lettere classiche e alla storia.
All’eta’ di tredici anni perde la madre: questo lutto segna profondamente la vita della scrittrice che inizia a manifestare i segni della malattia mentale che caratterizzerà il resto della sua vita.
Dopo la morte del padre si trasferisce a Bloomsbury dove crea il primo circolo intellettuale, i cui membri si radunano per discutere di arte, letteratura e politica.
Virginia Woolf lavora come attivista nei movimenti femministi che combattevano per il diritto di voto delle donne e nelle sue opere riflette sulla discriminazione della figura femminile e sulla condizione della donna ostacolata e repressa dalla società contemporanea maschilista.
A woman must have money and a room of her own if she is to write fiction.
Con questa frase, tratta da un suo saggio A Room of One’s Own (1929), la scrittrice parla del suo desiderio di battersi per l’emancipazione femminile.
Le protagoniste delle sue opere sono complesse, emotivamente sfaccettate, sole e ciò che preme alla Woolf è dare voce ai sentimenti profondi degli individui.
La distruzione e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale peggiorano le sue condizioni di salute, infatti sente le voci e crede di essere sul punto di impazzire. Non riuscendo più a sopportare questo male esistenziale (l’ansia e l’inquietudine) che la accompagna da anni, il 28 marzo 1941 Virginia Woolf , dopo aver lasciato un biglietto d’addio al marito che le è sempre rimasto accanto ma non è mai riuscito a cancellare questo dolore, si riempie le tasche di sassi e si lascia annegare nel fiume Ouse.

Purtroppo la scrittrice durante la sua vita non è mai riuscita a trovare la serenità, ma la sua intelligenza e la sua sensibilità l’hanno portata ad essere un’icona ed un’innovatrice di lingua e stile.
Virginia Woolf infatti elaborò una tecnica di narrazione nuova, incentrata sul monologo interiore e sull’assenza di un tempo cronologico preciso (caratterizzato cioè da continui spostamenti in avanti e all’indietro), senza dimenticare la raffinatezza del linguaggio usato per esprimere il flusso di coscienza, modulato con similitudini, metafore e allitterazioni.
L’ esistenza tormentata, la fine tragica e la ricercatezza dalla sua prosa, la collocano tra le figure più rappresentative del panorama letterario del XX secolo.